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Ex pugile mette KO 8 malviventi

Pubblicato il 04/12/2016

Romano di Lombardia: Ex Pugile Professionista mette KO 8 rapinatori.

Rubare nel negozio di un ex pugile non è una buona idea. È quanto di certo hanno imparato a proprie spese 8 rapinatori nordafricani che pochi giorni fa, a Romano di Lombardia (Bergamo), hanno rubato scarpe e cappelli dal negozio di Enio Cometti, 65 anni, maestro di pugilato ed ex campione italiano dei pesi mediomassimi dal 1978 al 1980 (Record 30 vittorie di cui 22 KO, 9 sconfitte, 3 pareggi).

Nella mattinata di martedì quattro giovani nordafricani maggiorenni hanno varcato la soglia del Cometti Sport e, con la scusa di visionare la merce in vendita, hanno distratto il titolare, sottraendogli alcune scarpe e dei cappellini.

Dopo mezz’ora altri quattro giovani nordafricani, sempre maggiorenni, sono entrati nel locale per ripetere il piano, ma questa volta Cometti non ha perso tempo invitandoli uscire.

Poco dopo, accortosi del furto di un paio di scarpe e di due cappellini, l'ex pugile senza pensarci ha iniziato ad inseguire i malviventi sino alla banchina del binario della vicina stazione.

«Quando li ho visti ho gridato loro "Proprio bravi a derubare un anziano", – racconta Cometti – e uno di loro in modo arrogante mi ha risposto: “Vieni qui a prendermi se hai il coraggio”».

Cometti si è così presentato al cospetto della banda composta da otto malviventi. Aggredito da uno di questi, ha sfoderato un fenomenale jab-diretto, mettendo KO il malcapitato.

A quel punto gli altri si sono avventati su di lui provando ad aggredirlo, ma Cometti è riuscito a stenderne altri 3, spaventando gli altri 4.

La rissa è stata poi definitivamente sedata grazie all’intervento di un nordafricano in aiuto di Cometti.

«Grazie a lui la situazione non è degenerata», ha ammesso Cometti. Aggiungendo, deluso, che la reazione dei romanesi presenti in stazione non gli è piaciuta. «Sono un uomo di 65 anni, anche se con un passato da atleta, non sono un giovincello e in stazione mentre gli otto mi aggredivano mi sono dovuto difendere verbalmente anche da una ragazza di Romano che mi ha detto di lasciarli stare perché sono giovani e hanno fatto una bravata. Grazie alla bravata, l’ennesima nel mio negozio, sono costretto a chiudermi dentro, per evitare che la prossima volta quei giovani entrino armati a fare la bravata.

Un brutto episodio, sul quale meditare».

Fonti: gazzetta.it, bergamopost.it, fanpage.it.